il fascino della vendemmia

Quasi come un rito mistico che si ripete ogni anno, la vendemmia è uno dei mestieri antichi il cui fascino non tramonta mai. Un’immersione nella natura tra ricchi colori e intensi profumi per regalare un prodotto che nella storia antica, non a caso, era definito il nettare degli dei.

Il mese per eccellenza in cui si colloca la vendemmia è Settembre, un mese di trasformazione quindi, caratterizzato non solo dall’arrivo dell’autunno ma anche dall’odore del mosto, dai vigneti che pian piano si spogliano d’uva e di foglie, dal rumore delle forbici e della terra calpestata. Tuttavia, in base al tipo di uva è facile notare molti contadini a lavoro in mezzo ai vigneti già nel mese di Agosto: chardonnay e pinot grigio sono ad esempio due tra le tipologie di vitigni la cui maturazione (in Sicilia in particolare) si completa già in questo mese.

il fascino della vendemmia

Inoltre quest ultimo anno, a causa del caldo e della siccità, la vendemmia si è classificata come la più precoce dell’ultimo decennio, come riportato anche dai rapporti di Coldiretti e Assoenologi. Un dato che sicuramente ha allarmato la popolazione italiana e non solo, e che dovrebbe far riflettere sempre più circa la figura dell’uomo sui cambiamenti climatici.

Nella storia la raccolta dell’uva e la successiva produzione di vino erano momenti di festa, una rottura dalla vita quotidiana che permetteva ad intere famiglie di riunirsi per un comune obiettivo. Oggi la meccanizzazione ha mutato fortemente la fisionomia di questo evento stagionale, anche se in molte zone d’Italia (come Umbria e Sicilia) la vendemmia viene svolta ancora manualmente in modo da mantenere alta la qualità del prodotto e preservare un contatto uomo-natura che negli anni si sta sempre più perdendo.

Sicuramente, nonostante la raccolta manuale, il rapporto dell’uomo con la vendemmia è notevolmente cambiato rispetto al passato: basti pensare che a differenza di oggi, l’uva veniva trasportata in contenitori in vimini – le cosidette “cartedde” in siciliano (termine tutt’ora usato per contenitori in plastica) – che venivano caricate sul dorso di muli, cavalli o asini attraverso l’utilizzo di corde.

Non possiamo pertanto nemmeno immaginare la fatica che dovevano affrontare i nostri nonni e che spesso dovevano anche percorrere chilometri per raggiungere i vigneti; fatica che oggi non è scomparsa ma che sicuramente si è ridotta grazie all’utilizzo dei mezzi agricoli.

I prodotti dell’uva

Come tutti sanno, il principale prodotto di derivazione dell’uva è il vino, il cosiddetto nettare degli dei appunto, una delle bevande più presente sulle tavole degli italiani.

Il vino si realizza grazie alla fermentazione alcolica del mosto (il succo d’uva), la quale si innesca grazie a dei lieviti naturali presenti sulle bucce degli acini che trasformano gli zuccheri presenti nella polpa in alcol etilico e anidride carbonica.

Tuttavia, dal mosto non si può ricavare soltanto il classico vino da tavola o altre bevande alcoliche, ma anche quello che comunemente viene chiamato vino cotto. Quest ultimo, che si ottiene grazie alla cottura del mosto, è tipico di molte zone d’Italia come Marche, Abruzzo, Sicilia e Sardegna con differenze nella preparazione e nell’utilizzo. In Sicilia, è tradizione utilizzare il vino cotto per condire pere cotte, mele cotogne cotte e, nella zona del Trapanese, per condire la cosiddetta cuccìa (un dolce tipico siciliano a base di grano bollito che viene consumato nel giorno di Santa Lucia).

Vi sono inoltre molti prodotti derivati dall’uva poco conosciuti che costituiscono una ricchezza in ambito scientifico-sanitario: ne fanno parte ad esempio le proantocianidine oligomeriche che vengono estratti dai semi dell’uva rossa e hanno importanti proprietà antiossidanti.

Il contatto con il territorio circostante è quindi non solo fonte di arricchimento economico, storico e alimentare ma anche culturale e umano. La vendemmia rappresenta sicuramente un forte punto di incontro tra l’uomo e la bellezza che la natura è in grado di regalarci. E sebbene nel tempo, la vendemmia sia mutata generazione dopo generazione, osservando gli ampi vigneti che adornano il nostro territorio, sembra quasi udire ancora quelle voci, quei canti e quell’aria di festa ispirata alla natura e ai suoi frutti.

il fascino della vendemmia

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